Un aspetto che molto spesso viene eccessivamente sottovalutato è quello della microfonatura dell’amplificatore.
Si passano ore, giorni e mesi a scegliere il pedale giusto o le impostazioni migliori dell’amp per ottenere quel determinato sound… dimenticando poi che, spesso, quel suono dovrà essere riprodotto per mezzo di un microfono: perchè stiamo registrando o perchè stiamo entrando in un mixer.
La microfonatura dell’amp è da considerarsi parte integrante nella creazione del sound… e va curata come tutto il resto.
Il riferimento è, ovviamente, sempre Gilmour ed il suo sound.
Vediamo alcuni esempi di come David Gilmour (o meglio il suo tecnico) hanno microfonato l’amp in varie situazioni, sia live sia in studio.
THE DIVISION BELL (STUDIO)
Per la registrazione di “The Division Bell”, realizzate a bordo dell’Astoria, è stato utilizzato prevalentemente un NEUMANN U87 posizionato a circa 20 cm dall’amplificatore, leggermente fuori asse rispetto al centro.
In alcuni casi il NEUMANN è stato sostituito con lo SHURE SM57.
PULSE (LIVE)
Per il setup più complesso mai usato da Gilmour, ovviamente anche la microfonatura degli amp è stata più complessa.
Per le casse (MARSHALL e WEM) sono stati utilizzati due tipi di microfoni: SHURE SM57 posizionato a pochi centimetri dall’amp fuori asse e NEUMANN U87 sempre alla stessa distanza e sempre fuori asse.
In alcuni casi sono stati utilizzati sigolarmente su ogni cassa, ovvero il NEUMANN U87 sulla cassa Marshall e lo SHURE SM57 sulla cassa WEM.
Altre volte invece sono stati usati più microfoni su una singola cassa (come nella foto di esempio) con un NEUMANN U87 ed uno SHURE SM57 sulla cassa Marshall e un singolo SHHURE SM57 sulla cassa Wem.
Inoltre è stato anche usato il NEUMANN KM86 su ogni Doppolas.
(considerate che il setup era stereo, quindi va tutto raddoppiato!)
ON AN ISLAND (STUDIO)
Alcune delle chitarre dell’album sono state registrate direttamente a casa da Gilmour, utilizzando un microfono SONY in una non meglio specificata posizione davanti all’amp.
Per quanto riguarda invece le sessioni in studio, sono stati utilizzati due microfoni: uno SHURE SM57 posizionato ad una decina di centimetri davanti all’amp leggermente fuori asse ed COLES 4040 (a nastro) posizionato sempre alla stessa distanza, ma perfettamente in asse con l’amplificatore.
I due segnali sono stati miscelati, tenendo lo SHURE SM57 come microfono principale, quindi più presente, ed il COLES 4040 come secondario, per aggiungere presenza e dinamica.
ROYAL ALBERT HALL, AOL SESSION, LIVE IN GDANSK (LIVE)
Nei live successivi all’uscita dell’album “On An Island” Gilmour passa ad uno SHURE KSM32 posizionato a pochi centimetri dalla cassa (WEM 4×12) ed anche in questo caso leggermente fuori asse rispetto al cono.
Questi alcuni esempi di come, nel tempo ed in situazioni differenti, Gilmour ha microfonato il proprio amp.
Si possono fare molti esperimenti a riguardo, per trovare la propria configurazione migliore.
Personalmente trovo che, sicuramente, non può mai mancare uno SHURE SM57 posizionato ad una decina di centimentri dall’amp, un po’ fuori asse.
Se poi è possibile aggiungere anche un microfono a nastro o a condensatore, di buona qualità, allora il risultato è garantito!
che tipi di coni monta la cassa Marshall dello zio David?
Ciao Giampaolo,
anche io e il mio gruppo microfoniamo sempre gli amplificatori però utilizziamo i beta57a sempre shure che tecnicamente dovrebbero essere superiori. Tu cosa ne pensi?
Ciao i due microfoni (SM57 e BETA57) sono simili… l’SM è un cardioide, il BETA un supercardioide.
L’SM57 ha una risposta più lineare rispetto al BETA.
Come eq il BETA tende ad essere più aperto sulle medio-alte.
Si infatti il prossimo acquisto sarà un bel microfono per ampli! Serve sempre
è molto interessante, e ringrazio tutti!!!!!!!!!!!!!!!
Ottima analisi, come sempre del resto.
Concordo in pieno con la versatilità del Shure SM57, praticamente un microfono indispensabile sia per situazioni studio che live. L’SM57 è la prova che non serve spendere un capitale per ottenere un buon suono.
Con la mia (ormai ex) band, anche se non avevamo un suono così sofisticato (suonavamo praticamente solo rock blues, per cui il mio “set-up” spesso era composto solo da ampli Marshall, tubescreamer e stratocaster), in una borsa c’era sempre un SM57 in caso di bisogno. In situazioni live più grandi, dove tutto era rigorosamente microfonato) anche il service aveva sempre gli Sm57 pronti all’evenienza.